IT
PER PRENOTARE

La pieve romanica di San Giorgio

 

La Pieve di San Giorgio costituisce uno dei più importanti monumenti di età romanica del territorio veronese. L'edificio ha una pianta a tre navate: la particolarità più interessante è quella di avere doppia terminazione absidale. La pianta biabsidata è spiegata dagli studiosi presupponendo due fasi costruttive: una longobarda con la chiesa rivolta ad oriente, l'altra, riferibile all'incirca all'XI secolo, quando la chiesa fu ricostruita rivolta ad occidente. Bellissimo anche il piccolo chiostro ed il panorama che si gode.

Di fianco all'edificio religioso è sito un museo. Esso compendia sia di un museo etnografico, istituito negli anni settanta, che documenta le attività e le tradizioni locali e al cui interno è allestita una cucina tipica della Valpolicella, sia di un museo archeologico, inaugurato nel 1992, in cui sono esposti manufatti ritrovati in loco come are e iscrizioni romane, sculture e rilievi longobardi e carolingi e oggetti d'arte di svariate epoche.

Il comune


All'epoca in cui largamente fiorirono i comuni rurali anche San Giorgio si organizzò a comune, con statuti propri, rettore, gastaldi, sindaco, massaro, consiglieri. Apparteneva metà al Conte, e metà al Vescovo. In nome loro lo governava la famiglia Erzoni, detta poi dei Lendinara. Il Comune fece bella comparsa in quattro solenni circostanze del XII secolo; nel 1139, manda i propri rappresentanti a trattare con i giurisdicenti, conte e Vescovo, la delimitazione dei rispettivi diritti e doveri; nel 1184, figura ufficialmente nell'elenco dei villaggi della provincia, compilato dai magistrati dopo la pace di Costanza; nel 1187, in occasione del passaggio alla giurisdizione totate del Vescovo; nel 1206 in occasione del passaggio alla giurisdizione del Comune di Verona, rivendica diritti e autonomia.

L'ordinamento comunale, che fu il risultato di una grande evoluzione economico-sociale, aumento della popolazione, dissodamento e coltivazione del suolo, fu più favorevole al vicus Sant'Ambrogio, che al pagus San Giorgio. Gli abitanti delle alture scesero al piano, in prossimità delle fertili campagne, e diedero inizio allo sviluppo sociale di Sant'Ambrogio. Nell'elenco dei villaggi della provincia di Verona, compilato dopo la pace di Costanza (1183), già citato, non figura Sant'Ambrogio mentre figura come entità sociale.

Archeologia Arte e cultura